mercoledì 21 dicembre 2011

Per sempre! (?)

... il nonno allora fece un sorriso. Zoppicando si avvicinò al camino e lo alimentò utilizzando gli ultimi rametti che erano rimasti. Nell'aria subito si liberò quel piacevole odore di legno bruciato. Erano tutti in silenzio. Si sentiva soltanto la pioggia che batteva sui vetri delle finestre e il rumore del vento che cercava in tutti i modi di trovare qualche spiraglio per entrare in salotto. Il fuoco cominciò a schioppettare quando il vecchio si sedette sulla poltrona di fronte al camino. Riusciva a parlare a stento, era malato e senza forze, sembrava quasi che, a breve, fosse arrivato per lui il tempo dell'eterna felicità, ma era incredibile la facilità con la quale i nipotini riuscirono a convincerlo a raccontare per l'ennesima volta la stessa storia. Non si stancavano mai di ascoltarla, altri bambini avrebbero preferito scartare i regali di Natale. E' insolito incontrare dei bambini che si fanno rapire dalle storie d'amore. Per loro questa era una favola speciale, una favola reale, la favola del nonno e della nonna. Pochi istanti prima che cominciasse a narrare la sua storia, al vecchio cominciarono a brillare gli occhi, e una lacrima gli scivolò dolcemente sulla guancia. "Ricordo quel giorno come fosse ieri" disse. "Pioveva, pioveva tanto, proprio come adesso, ma non faceva freddo, era primavera. Io e la nonna eravamo appena usciti da scuola e non avevamo con noi un ombrello. Ci riparammo quindi sotto una tenda da sole che proteggeva l'ingresso di una rosticceria. Insieme a noi c'era anche qualche altro ragazzo. Ne ricordo uno in particolare, era alto ed aveva i capelli lunghi e scuri e non faceva altro che fissarci. Non mi ricordo come si chiamava, so solo che dopo la fine del liceo non lo vidi più. Mi avvicinai alla nonna cercando un contatto fisico, ero insicuro sul da farsi, ma poi la fortuna mi venne incontro: fu lei ad avvicinarsi a me. Si avvicinò lentamente, io ne approfittai per abbracciarla. Rimanemmo attaccati per una decina di minuti, ero emozionatissimo, le parole erano imprigionate sulla lingua. Ci fissammo per qualche secondo, aspettavo quel momento da tantissimo tempo. La baciai, per la prima volta. Fu il bacio più bello della mia vita.
Bhè, Tecnicamente non fu un vero e proprio bacio, fu, più che altro, uno sfiorarsi privatissimo delle nostre labbra. Fu talmente rapido e improvviso che la nonna rimase di stucco. Ma poi liberò il suo fantastico sorriso in tutto il suo splendore, e il mio cuore improvvisamente si sollevò, e gli diedi il secondo bacio, anche questo quasi rubato. Quando tornai a casa continuai a pensare al momento in cui le avevo sfiorato la bocca. Il cuore batteva all'impazzata. La sera ci rivedemmo ancora. Era la festa che sanciva la fine dell'anno scolastico. Fui ancora io a prendere l'iniziativa, le rubai altri due baci a timbro. Poi ci allontanammo per un pò. Io restai a chiaccherare con i miei amici, lei con i suoi. Improvvisai anche qualche passetto, quando lei, ad un certo punto, mi spuntò davanti. Ci stringemmo e lei mi baciò. Questa volta fu un bacio vero. Ricordo anche che quella notte non riuscii a prendere sonno, non facevo altro che pensare a lei. Immaginavo il suo viso, i suoi capelli, la sua pancia... Era bellissima. Non feci altro che pensare a Lei.
Tutti i giorni.
Fino ad oggi, per settant'anni.
E continuerò a ricordarla.
Per sempre".

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